Strategie difensive in mediazione: come massimizzare l’interesse del cliente

La mediazione civile e commerciale, specie dopo le innovazioni introdotte dalla riforma Cartabia, rappresenta un terreno in cui l’avvocato è chiamato a coniugare competenze tecniche e capacità negoziali. Questo contributo esamina le principali strategie difensive che consentono di tutelare e valorizzare l’interesse del cliente nel procedimento di mediazione, evitando approcci meramente passivi o formali.


Inquadramento normativo

Il D.Lgs. 28/2010, come modificato dal D.Lgs. 149/2022, ha rafforzato la centralità della mediazione quale condizione di procedibilità e, in alcuni casi, come strumento delegato dal giudice. In questo contesto, l’avvocato assume un ruolo imprescindibile: la sua assistenza non è limitata a un dovere di presenza, ma si configura quale presidio tecnico-giuridico che orienta la procedura e ne condiziona l’esito.


Analisi e approfondimento

La difesa in mediazione non si esaurisce nella tutela “contro” l’altra parte, bensì si estende a un’attività di valorizzazione degli interessi del cliente. Le strategie difensive più efficaci possono essere sintetizzate in quattro direttrici principali:

  1. Preparazione preventiva

Analisi della documentazione e delle prove già in fase pre-mediativa.

Identificazione degli interessi reali del cliente, distinti dalle mere posizioni giuridiche.

Definizione di soglie di accettabilità (cosa concedere, cosa rifiutare, quando rinviare al giudizio).

  1. Gestione della comunicazione

Uso calibrato del linguaggio tecnico-giuridico con il mediatore e di un linguaggio più semplice con la controparte.

Valorizzazione di argomenti che rafforzino la posizione del cliente senza chiudere spazi negoziali.

  1. Tecniche di negoziazione

Apertura a soluzioni creative non strettamente giuridiche (rateizzazioni, prestazioni alternative, patti di collaborazione futura).

Uso mirato del BATNA (Best Alternative to a Negotiated Agreement) come leva per rafforzare la posizione del cliente.

  1. Valorizzazione della procedura

Ricorso a periti o consulenti in mediazione per rafforzare la posizione tecnica del cliente.

Richiesta al mediatore di sessioni separate (c.d. caucus) per meglio calibrare le concessioni e proteggere informazioni sensibili.


Caso pratico

In una controversia relativa a responsabilità professionale sanitaria, l’avvocato della struttura ospedaliera ha impostato la difesa non solo confutando le pretese risarcitorie del paziente, ma proponendo un accordo strutturato: riduzione dell’importo richiesto in cambio di un pagamento immediato e rinuncia a ulteriori pretese. La strategia ha permesso di contenere i costi per la struttura e, al contempo, di offrire al paziente un risultato certo e rapido.


Implicazioni per l’avvocato

L’avvocato in mediazione non deve limitarsi a “presidiare” la procedura per evitare eccezioni di improcedibilità. Al contrario, la sua capacità di costruire e proporre soluzioni negoziali diviene un fattore determinante di successo. È quindi indispensabile un approccio interdisciplinare che coniughi diritto, tecnica negoziale e psicologia del conflitto.


Conclusioni

La mediazione impone all’avvocato una rinnovata concezione del proprio ruolo difensivo: non solo difesa tecnica, ma anche capacità di valorizzare le opportunità che il procedimento offre. Solo un approccio proattivo, basato su preparazione, negoziazione e strategia, consente di massimizzare l’interesse del cliente e di trasformare la mediazione da “obbligo procedurale” a reale opportunità di tutela.

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