Le competenze relazionali dell’avvocato mediatore: oltre il diritto
La mediazione civile e commerciale non si esaurisce nell’applicazione della norma giuridica. L’avvocato che ricopre il ruolo di mediatore è chiamato a esercitare un insieme di competenze relazionali e comunicative che integrano, e spesso superano, la dimensione strettamente tecnico-giuridica. Questo articolo esamina le principali abilità “soft” che qualificano il buon mediatore e che ne determinano l’efficacia nella gestione del conflitto.
Inquadramento normativo
Il D.Lgs. 28/2010 ha disciplinato la figura del mediatore come soggetto imparziale che assiste due o più parti nella ricerca di un accordo amichevole. La normativa non richiede necessariamente che il mediatore sia avvocato; tuttavia, molti professionisti forensi svolgono questa funzione, forti della propria preparazione giuridica.
La riforma Cartabia (D.Lgs. 149/2022) ha ribadito l’importanza della mediazione nel sistema della giustizia civile, accentuando la necessità che i mediatori sviluppino competenze trasversali per garantire l’efficacia del procedimento.
Analisi e approfondimento
Le competenze relazionali dell’avvocato mediatore non costituiscono un accessorio, ma un vero e proprio nucleo della funzione mediativa. Esse possono essere individuate in tre aree principali:
- Ascolto attivo e gestione dell’informazione
-Capacità di ascoltare senza pregiudizio e di restituire alle parti il senso delle loro affermazioni.
-Abilità nel distinguere tra posizione giuridica ed esigenza reale.
- Neutralità e gestione delle emozioni
-Mantenere una postura imparziale, evitando di identificarsi con una parte.
-Gestire conflitti emotivi intensi, riducendo la tensione e favorendo un clima di collaborazione.
- Comunicazione efficace e facilitazione
-Utilizzare un linguaggio chiaro, accessibile e calibrato sul contesto.
-Facilitare il dialogo tra le parti, aiutandole a esplorare soluzioni creative e sostenibili.
Caso pratico
In una controversia condominiale riguardante l’uso delle parti comuni, il mediatore avvocato ha adottato un approccio basato sull’ascolto attivo. Invece di limitarsi a illustrare le norme del codice civile, ha permesso alle parti di esprimere i propri vissuti di disagio. Questa apertura comunicativa ha consentito di individuare un accordo equilibrato, fondato non solo sulla regola giuridica, ma anche sulla ricostruzione dei rapporti di buon vicinato.
Implicazioni per l’avvocato
L’avvocato che svolge il ruolo di mediatore deve accettare un cambiamento di prospettiva: non più “difensore” di una parte, ma facilitatore neutrale del dialogo. Ciò implica l’acquisizione di competenze che esulano dalla formazione tradizionale forense, come tecniche di negoziazione, elementi di psicologia della comunicazione e gestione dei conflitti.
Investire nella formazione relazionale non è quindi un optional, bensì un requisito essenziale per garantire professionalità ed efficacia nella mediazione.
Conclusioni
La mediazione civile richiede all’avvocato mediatore di superare i confini del diritto positivo per abbracciare una visione più ampia del conflitto. Le competenze relazionali rappresentano la vera chiave per trasformare un procedimento formale in un’occasione di ricostruzione dei rapporti e di soluzione concreta delle controversie. Solo chi saprà integrare sapere giuridico e abilità relazionali potrà svolgere con successo il delicato ruolo di mediatore.
